Che si tratti di quadri, libri, musica o altro.. Come guadagnare con la propria arte? Come riuscire ad emergere? Come “farsi acquistare”?
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Inoltre, proprio per fare luce su questi temi abbiamo intervistato il Professor Gabriele Troilo, docente di Marketing nei settori creativi presso l’Università Luigi Bocconi di Milano, Associate Dean di SDA Bocconi e autore del libro “Il Marketing nei settori creativi ”. Scoprite cosa ci ha risposto guardando il video dell’intervista o leggendola qui sotto:
1) Professor Troilo quanto è importante oggi il Marketing per un creativo e perché?
Il marketing vuol dire due cose: conoscere il mercato e tentare di soddisfarlo, conoscendo molto bene i clienti, ascoltatori, spettatori, visitatori… La domanda da porsi è: “A quali di questi soggetti sono interessato a proporre la mia arte e creatività e in che modo farlo?”
ll marketing per un creativo è molto importante! L’arte si è sempre interfacciata con un mercato, in passato gli artisti avevano dei committenti ed era un mercato composto da pochi soggetti che chiedevano di produrre arte. Oggi, invece conta milioni di soggetti, ma è rimasto uguale, ovvero un luogo dove i consumatori esprimono delle preferenze che si riversano su una serie di prodotti, tra cui anche quelli creativi.
Ogni volta che un creativo non produce arte o creatività per il suo piacere personale e per sé stesso, ma con l’obiettivo che qualcun altro lo acquisti si pone un problema di marketing.
2) Quali sono le peculiarità del Marketing in questi settori?
Il prodotto creativo, visto dal punto di vista di un consumatore, è un prodotto esperienziale, ovvero un prodotto di cui non si riesce a capire se può piacere fino a quando non lo si è provato.
Per fare Marketing con un prodotto esperienziale bisogna utilizzare degli strumenti che permettono ai consumatori di poter anticipare il valore che trarranno, utilizzando la comunicazione o la narrazione del prodotto e componenti che permettano di avere un’esperienza soddisfacente.
3) Qual è il “punto di incontro”, se c’è, tra la libertà creativa dell’artista e il gusto del consumatore?
Il punto d’incontro è il mercato in cui il consumatore decide di acquistare, in cui avviene effettivamente il consumo e la fruizione.
Questo non significa per un creativo rinunciare alla propria libertà creativa. La creatività senza la libertà semplicemente non esiste, ma tentare di conoscere i gusti e le preferenze dei consumatori e quindi capire se la propria libertà può essere coerente con questi, avendo in mente che nel mercato c’è una varietà di preferenze.
Un aspetto fondamentale che a mio avviso i creativi conoscono, ma che non amano, è accettare il fallimento, ovvero che la propria creatività potrebbe non essere apprezzata.
Nei settori creativi questo avviene poiché l’offerta eccede la domanda, risulta fondamentale quindi che la libertà creativa riesca ad incontrare i gusti e le preferenze di parti del mercato.
4) Quali consigli darebbe ad un artista che cerca di commercializzare i propri lavori?
a) “Leggersi un libro di marketing!” È facile, non comporta grandi complicazioni.
b) Conoscere il mondo in cui si vive!
Gli artisti e i creativi dovrebbero essere gli interpreti del mondo in cui vivono, in verità, per mia esperienza, molto spesso le persone che si percepiscono creative tendono a pensarsi diverse dal mondo.
Invece vivere in maniera più immersiva nel mondo che ci circonda è un buon modo per cogliere spunti, stimoli e per farsi influenzare, in modo tale che la propria libertà creativa risuoni con le esperienze, le preferenze e i gusti del mercato.
Vivere non da spettatori, ma capovolgendo le prospettive da veri contributori e assorbitori degli stimoli del mondo circostante.
c) Avere una chiara conoscenza dei propri concorrenti.
L’artista, se vuole essere presente sul mercato, deve convincere dei consumatori ad acquistare il proprio prodotto. Affinché questo accada, i consumatori lo devono preferire a prodotti di altri artisti o creativi.
Solo conoscendo molto bene quello che fanno i miei concorrenti, riesco a capire se sono veramente diverso, di valore e se ho le possibilità di essere apprezzato.
“Sono davvero differente dai miei concorrenti?”
Se la risposta è no, non c’è nessun motivo per cui un ascoltatore di musica, un acquirente di arte etc…dovrebbe scegliermi.
5) Come mai ha deciso di dedicarsi al Marketing nei settori creativi?
Una passione da consumatore si è trasformata in una passione che poi è diventata professionale.
Ho sempre acquistato e continuo ad acquistare musica, vado molto spesso al cinema, acquisto arte contemporanea.
Con il tempo mi è venuta la curiosità di capire come funzionasse il lato dell’offerta. Iniziando a lavorare con le aziende, le organizzazioni e anche i singoli individui creativi mi sono accorto che c’era da un lato una grandissima ignoranza del Marketing, mentre per coloro che lo usavano molto bene vi era un gran potenziale. Questo mi ha incuriosito e mi ha spinto ad approfondire il tema.
6) Quando dice che c’è molta ignoranza nel Marketing cosa intende?
Intendo due cose diverse:
- Molte organizzazioni, imprese ed istituzioni operanti nei settori creativi non hanno oggi, e non avevano in passato, una funzione Marketing. Semplicemente non si faceva Marketing!
- La seconda è che, per coloro che l’avevano, i ruoli di Marketing spesso erano e sono tuttora occupati da persone che non hanno competenze in materia.
Riassumendo, intendo l’ignoranza come assenza di competenze quantomeno ricche e solide su una disciplina come il Marketing che è una disciplina manageriale e che ha una serie di modelli, analisi e di metodi.
Ringraziamo il Prof. Troilo per i suoi spunti di riflessione. Sapere è potere. Noi che ci occupiamo di proprietà intellettuale lo sappiamo bene! Per questa ragione vi consigliamo sempre di registrare con Proofy per ottenere una prova legale immediata del vostro diritto d’autore.
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